Berberina: Molecola che attiva la sintesi mitocondriale

 

In questo post parleremo della berberina e di come questa molecola favorisce la longevità. Il suo meccanismo agisce a livello genetico: attiva uno dei geni della longevità, l’AMPK (AMP-activated kinase). L’attivazione di questa via ha due effetti: favorisce la sintesi dei mitocondri e aumenta la sensibilità all’insulina nei nostri tessuti, due importanti processi anti invecchiamento.

Che cos’è la berberina e quali sono i suoi benefici? 

La berberina è un alcaloide giallo presente soprattutto nelle piante del genere Berberis, come la Berberis aristata (crespino indiano o curcuma arborea). 

Questa molecola agisce nel nostro organismo attivando direttamente la via dell’AMPK. Come già detto, questo meccanismo ha due effetti:

Aumenta la biogenesi mitocondriale:

Tra i molti segni distintivi dell’invecchiamento, troviamo il malfunzionamento e la diminuzione della biogenesi (sintesi) dei mitocondri. Questi organelli si possono danneggiare facilmente con il passare del tempo, in quanto costituiscono il principale macchinario bioenergetico. Una diminuzione della biogenesi mitocondriale si traduce nell’accumulo di forme ossidate di lipidi, proteine e DNA (note come radicali liberi). 

Un controllo efficace della biogenesi e del ricambio mitocondriale, ad esempio attraverso l’uso della berberina, è essenziale per mantenere la produzione di energia, prevenire lo stress ossidativo endogeno e favorire un invecchiamento sano.

Aumenta la sensibilità dell’organismo all’insulina

L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che aiuta il glucosio del sangue a entrare nelle cellule dei muscoli, del grasso e del fegato, dove viene utilizzato per produrre energia. 

Quando le cellule non rispondono bene all’insulina e non riescono ad assorbire facilmente il glucosio dal sangue, diciamo che i tessuti sono resistenti all’insulina. Può essere a causa del sovrappeso, stress cronico, scarsa attività fisica oppure può essere dovuto al passare del tempo. In questo caso, la concentrazione di glucosio nel sangue aumenta (iperglicemia). Questa situazione è molto dannosa per l’organismo, in quanto può danneggiare i vasi sanguigni che portano il sangue agli organi vitali, aumentando la probabilità di malattie cardiache, ictus, malattie renali, problemi agli occhi e problemi neurologici.

La berberina migliora la resistenza all’insulina attivando la via AMPK, favorendo la funzione mitocondriale e stimolando la glicolisi (distruzione del glucosio per ottenere energia). Ciò contribuisce a mantenere normali i livelli di glucosio nel sangue.   

Inoltre, diversi studi sugli umani dimostrano che la berberina può migliorare l’obesità e l’iperlipidemia riducendo i trigliceridi (TAG) e il colesterolo LDL (cattivo) e aumentando il colesterolo HDL (buono) a beneficio della salute cardiovascolare. 

Le dosi di berberina studiate vanno da 1000 a 2000 mg al giorno

Sapevi che…? 

La berberina è un analogo naturale della metformina. La metformina è un farmaco utilizzato per il trattamento del diabete di tipo II e la berberina è una molecola che ne imita gli effetti. La berberina non deve mai sostituire i farmaci, quindi se si sta seguendo un trattamento medico è bene consultare lo specialista prima di assumere qualsiasi integratore alimentare.

Berberina Zenement

Ogni capsula della nostra Berberina contiene 500 mg di berberina estratta dalla radice della pianta Berberis aristata. Nella nostra formula è in combinazione con il cromo, che contribuisce al mantenimento di livelli normali di glucosio nel sangue, e con la piperina, per migliorare l’assorbimento dei principi attivi contenuti nella capsula.

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Modalità d’uso: 1-2 capsule ai pasti principali (ad es. colazione e cena).

Interazioni farmacologiche:

La berberina non deve essere assunta se si è in trattamento con:
– Metformina
– Immunosoppressori

 Inoltre, la berberina presenta interazioni moderate con: 

– Antitussivi come il destrometorfano, in quanto ne rallenta la scomposizione nell’organismo. 
– Farmaci antipertensivi, in quanto possono causare un abbassamento eccessivo della pressione sanguigna. 
– Farmaci anticoagulanti o antiaggreganti perché possono rallentare la coagulazione.
– Farmaci sedativi (depressori del SNC) in quanto possono causare sonnolenza. 

Oltre a questo post, ti raccomandiamo la lettura dei nostri 9 consigli per ritardare l’invecchiamento e vivere meglio e più a lungo. Potrebbe interessarti anche il nostro articolo sul resveratrolo e la quercetina, integratori alimentari anti invecchiamento e la spermidina, molecola promotrice dell’autofagia.